Lettera
a Panorama - Giugno 2001
Gentile
Sergio Romano,
le scrivo per protestare per il modo in cui Panorama affronta la
contestazione del G8 a Genova. Innanzi tutto sull'articolo uscito
sul penultimo numero c'è un'inesattezza: il centro sociale
Leoncavallo non ha sede in una struttura occupata ma regolarmente
affittata, a prezzo simbolico, da Marco Cabassi, illuminato imprenditore
milanese che ha capito il valore della controcultura. Ma trovo che
sia gravemente falsificata tutta la prospettiva nella quale si descrivono
i fatti.
Capisco che per un periodico i gruppi "violenti" facciano
più notizia. Ma è una logica abietta. Vi rendete conto
che rischiate di essere gli "uomini del marketing" del
ribellismo militare? La differenza è che oggi il movimento
alternativo sta facendo notizia in modi molto diversi da quelli
violenti ma non se ne parla. Noi abbiamo imparato dalla tragica
esperienza di quegli anni... La gente di Seattle è la stessa
che fa comicoterapia negli ospedali e con i ragazzi per strada,
sono quelli che lavorano per aiutare i portatori d'handicap, i volontari
sulle autoambulanze di notte, quelli che vanno a fare scuole nelle
favelas, i medici senza frontiere nelle aree di guerra, quelli che
si battono per il rispetto dei diritti civili in Cina come in Birmania,
gli agricoltori biologici, i massaggiatori aiurvedici, e gli imprenditori
che vendono tecnologie eco compatibili.
Non abbiamo più bandiere, inni, ideologie. Vogliamo soltanto
migliorare questo mondo e non lo facciamo con discorsi politici
ma lavorando. Abbiamo talmente paura di ricascare nei partiti, nei
gruppuscoli, nelle sette che non siamo un'organizzazione unitaria
ma una rete di individui e piccolissimi gruppi che collaborano in
modo libero e informale. E facciamo fatti, risultati concreti subito.
Non lavoriamo per un futuro migliore ma per un presente migliore.
Negli ultimi 90 giorni in Italia sono nate 800 banche del tempo.
I gruppi d'acquisto biologici stanno esplodendo. Esistono più
di 200 botteghe del commercio equo e solidale col terzo mondo e
ne aprono continuamente ovunque, anche su internet. Le banche del
microcredito nel mondo sono 56 e prestano denaro a più di
20 milioni di donne che sono diventate imprenditrici. Sono le donne
più povere del mondo e sono uscite dalla miseria grazie a
un progetto assolutamente capitalista: aprire una micro impresa.
Dovrebbe piacervi. Dovrebbero piacervi anche le centinaia di miliaia
di famiglie sud americane che hanno riascquistato dignità
e un minimo di sussistenza grazie al movimento dei micro orti biologici
nelle favelas, orti coltivati con un sistema a metà tra la
biodinamica e le tecniche maya. E forse non siete neppure contrari
alle migliaia di ecovillaggi africani che sono riusciti a fermare
la desertificazione di intere regioni riuscendo la dove i mega progetti
Onu erano miseramente falliti.
Allora: volete solo vendere 100 copie in più o volete anche
evitare che si faccia un altro bagno di sangue?
Oggi
è possibile che questa nuova ondata del movimento prenda
una via pacifica. Negli anni 70 non eravamo preparati, non esisteva
un retroterra culturale pacifista, non esistevano progetti costruttivi,
non c'erano strutture, spazi, mezzi. Questo movimento non perderà
tempo a fare a botte in piazza. Abbiamo altro da fare. Se lei va
a vedere il sito delle tutebianche
www.tutebianche.org scopre che anche in un settore da voi considerato
"quasi violento", la stragrande maggioranza delle persone
sta orientandosi verso posizioni assolutamente pacifiste. Non ci
sarà questa volta un'ala armata sostenuta da decine di migliaia
di giovani incazzati. Non ci sarà il bagno di sangue. È
probabile, invece, che qualche decina di persone diano fuori di
testa confondendo l'Italia del 2000 col Vietnam degli anni '60.
Se voi fate finta che la realtà del movimento sia questa
e parlate solo di questa "ala violenta" ottenete il semplice
effetto di mettere delle pistole in mano a dei ragazzi che hanno
visto troppi film di Rambo.
Il movimento di Seattle è rappresentato in Italia da alcune
migliaia di gruppi e associazioni che hanno firmato una dichiarazione
che ha ai primi punti l'assoluta scelta pacifista (www.lilliput.org).
Questa è la realtà. Il movimento non ha un'ala violenta.
Quello che voi definite gruppo nero, gruppo blu, sono qualche cosa
che ha a che vedere col movimento tanto quanto l'esistenza dei serial
killer ha a che vedere con il fatto che l'Italia sia una repubblica
fondata sul lavoro. Cioè niente. Per vedere un nesso bisogna
proprio vederla "alla lontana": fino a che la televisione
sparerà violenza e i giornali daranno la precedenza alle
cattive notizie e l'Italia non sarà una repubblica fondata
sul gioco sul ridere e sull'amore (fisico e spirituale) ci saranno
in tutti i settori persone che scelgono di usare la violenza.
Jacopo
Fo
Contestazione
G8 a Genova
Protesta
per l'articolo "Pedofilia attenti ai nuovi lupi" apparso sul numero
del 9 giugno.
Lettera a Repubblica sui Mongoli
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