Ti
piacerà ululare
col corpo nudo sotto la luna,
cosparso di olio di cactus etico e solidale?
Se vuoi
abbiamo anche la birra senegalese.
Il network solidale ti piacerà perché è il
modo più efficiente e naturale per valorizzare le tue idee
e le tue relazioni. Esso fa crescere il tuo senso di appartenenza,
la capacità del gruppo, di un grande gruppo umano, di sviluppare
fiducia e cooperazione. Esso è molto meglio di un pomeriggio
trascorso a fare il peso in una sessione di body building cattivo.
Il Network, naturalmente, in virtù delle leggi naturali che
lo determinano, incentiva la cooperazione. È nella logica
delle cose non nella buona volontà dei singoli. All'interno
del network cooperare conviene perché ci immette in un flusso
di contatti, relazioni che portano a opportunità che allargano
le prospettive di fare cose divertenti, appassionanti e a volte
anche remunerative. Cioè, se non facevi il dog sitter per
i cechi come cavolo la incontravi Marinella che ti invitava a un
cavallette party di solidarietà con questi stronzi di selvaggi
dell'Amazzonia che le tagliatelle ancora non le capiscono, ma è
lì, cazzo che sputacchiando zampettine fritte e alucce (cazzo!
Alucce? Minchia mi sono mangiato una mosca, vaffanculo) tu hai incontrato
la tua anima gemella che ti si è seduta sul bracciolo della
poltrona stritolandoti alcuni ossi che non sapevi neanche di avere.
Ma poi si è fatta perdonare con una tecnica giapponese che
prevede di stare tutti nudi con le dita dei piedi intinte nell'uovo
sbattuto. È molto trandy.
Ovviamente questa realtà oggettiva incentiverà la
cultura della relazione non come competizione ma come fonte di risorse.
Il che, come ho detto, non nega la possibilità della competizione
che è un bene ed esisterà sempre. Si tratta solo di
porre un limite etico alla competizione. Vogliamo che la pratica
del network sia onesta e giusta. Paghiamo 100 lire in più
al chilo per avere questa garanzia. Perché conviene che sia
così e perché un sistema che rispetta certe regole
elementari è più solido, efficiente e sano di uno
che non le rispetta. E alla fine risparmi. Il nostro obiettivo ultimo
è che questa società arrivi a essere dominata dalle
idee e che si sviluppi in una società dove le idee siano
a loro volta dominate dall'etica. E questo succederà perché
via via che la cultura e la coscienza si sviluppano i consumatori
si sentono sempre più interessati e responsabili verso la
filosofia che domina i loro acquisti.
"Voti ogni volta che fai la spesa in un supermercato."
È un concetto tanto elementare e tanto ben verificato nelle
lotte dei consumatori etici di questi ultimi 20 anni, che non può
non penetrare sempre più rapidamente nelle menti dei consumatori.
Lo sviluppo della visione olistica del mondo, l'idea new age dell'esistenza
di un'essenza spirituale in ogni cosa, il culto del bello, il romanticismo
dei cartoni animati e dei film di Hollywood, tutto concorre a formare
una cultura della responsabilità, una coscienza dell'interdipendenza
magica tra tutte le azioni concrete. E questo messaggio mostra la
sua forza nel fascino che ha verso i media. L'idea di masse enormi
di consumatori puntigliosi e pignoli che iniziano a decidere tutto
su quello che vogliono comprare, compreso il prezzo, è il
Moloch assoluto per la società del logo, del marchio. Le
menti più brillanti del pianeta, i banchieri, i capitani
d'impresa e i generali tremano e urlano nel sonno risvegliandosi
da un incubo spaventoso: uno spettro s'aggira per l'Europa, il fantasma
spietato di un network di esseri umani liberi che fuggono dagli
ipermercati e abbandonano in massa il marketing del dolore. Dio
lo vuole! È bellissimo! Facciamolo!!!
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