G8
pacifismo e violenza:
quale strategia per il movimento
Interventi
al forum su www.tutebianche.it - Inizio giugno 2001
Cari
compagni,
in queste pagine sta succedendo qualche cosa di nuovo. Non era mai
successo che grazie alla pubblicità fatta dal Tg5 a questo
forum ci si trovasse a parlare con gente "dell'altra parte". Se
vi girate il forum è pieno di risse ma da qualche parte,
come qua, si inizia a discutere con "gli avversari", ed è
pieno di compagni che chiedono onestamente di capire le posizioni
di queste persone. E qualcuno di loro lascia gli insulti per spiegarsi.
E questo ci permette di capire come ci vedono quelli che votano
Berlusconi.
È un'esperienza impagabile e scioccante. Ad esempio, caro
Trash, mi ha stupito immensamente essere accomunato a D'Alema. Ci
devono essere da parte nostra gravi problemi di comunicazione se
c'è qualcuno che non ha mai ricevuto un minimo messaggio
intelleggibile. Non credo che il signor Trash sia un cretino. Mi
chiedo piuttosto cosa potrei fare io per far capire che tra me e
D'Alema non c'è nulla. Il fatto di aver denunciato il governo
D'Alema decine di volte per i massacri in Kossovo (solo per dirne
una) non è arrivato...
Probabilmente queste persone non hanno neanche capito che in prima
fila contro il comunismo russo c'eravamo anche noi fin dal 1969.
Ne è pensabile che sappiano che il teatro di Dario Fo era
vietato in Russia. E suppongo che non sappia nulla del fatto che
il movimento del microcredito abbia tirato fuori dalla miseria 20
milioni di donne (vedi Yunus "Il banchiere dei poveri" Feltrinelli)
né conoscono il commercio equo e solidale. Né sanno
che i ragazzi delle Tute Bianche sono gli stessi che si trovano
a LAVORARE nei progetti di solidarietà, ad assistere malati,
invalidi, handicappati. Non sanno che in tutti i ghetti nel mondo,
in mezzo alla disperazione più nera, ci sono, ogni giorno,
decine di migliaia di militanti del movimento di Seattle sostenuti
a casa da milioni di persone attraverso migliaia di iniziative umanitarie.
Forse non sanno che è gente del movimento che rischia la
pelle in Medicins sans Frontieres e in decine di altri gruppi che
operano in zone di guerra. Non sa certamente neppure che Amnesty
International è la spina nel fianco, oggi, della dittatura
"comunista" cinese e coreana come ieri lo era della dittatura sovietica.
Credo
che questo dibattito possa insegnarci veramente molto sulla nostra
ancora troppo forte incapacità di comunicare chi siamo e
cosa stiamo facendo, giorno per giorno, per costruire un mondo migliore.
C'è qualcuno che pensa che picchiarsi a Genova possa farci
comunicare meglio?
Jacopo
Fo
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