Lettera
a Repubblica sui Mongoli - Agosto 2001
Gentile redazione,
sono restato molto sconcertato dall'articolo sui mongoli di Stefano
Malatesta pubblicato mercoledì 1 agosto. Il mio stupore è
derivato dal fatto che nell'analisi sulle ragioni della superiorità
militare dei Mongoli non si nomini che avessero armi da fuoco. Essi,
infatti, erano dotati di razzi esplosivi, bombe di ferro lanciate
da catapulte e fumogeni. L'effetto in battaglia di queste armi era
disastroso: eserciti enormi cadevano nel terrore davanti a queste
esplosioni demoniache e sconosciute. Per rendersene conto basti
leggere le cronache arabe delle battaglie contro i Mongoli, dove
si parla di nubi magiche che fanno scomparire gli eserciti e tempeste
che che seminano morte tra i soldati dell'Islam.
Che i Mongoli conoscessero queste tecnologie è certo visto
che avevano sconfitto i Cinesi che le usavano in battaglia da almeno
un secolo. Sarebbero stati proprio cretini a non portarsele in Europa.
C'è poi una nave mongola affondata nella spedizione verso
il Giappone e carica di palle di ferro di un chilogrammo piene di
polvere da sparo. È poi da notare che i Mongoli sbaragliano
gli eserciti indiani, arabi e europei ma per piegare la resistenza
cinese e conquistare anche il sud della Cina devettero aspettare
fino al 1273 quando finalmente presero la città di Hsiang
Yang. Infatti i Cinesi non temono le armi da fuoco, visto che anche
loro le usano. Così, in uno scontro tecnologicamente alla
pari, i Mongoli non ce la fanno.
Ci riescono nel 1273 ancora una volta non perché sono militarmente
più abili ma perché mettono in campo la prima artiglieria
della storia. Grazie ai fabbri arabi infatti erano riusciti a costruire
i primi cannoni. Il "Nuovo Atlante Storico" Garzanti ipotizza
che prima dei cannoni fossero in uso armi di bambù rinforzato
con metallo in grado di lanciare razzi esplosivi riempiti di cocci
e altre "pallottole". Non è quindi impossibile
che trenta anni prima, nell'attacco contro Pest, essi avessero già
anche qualche cosa di più dei già terribili razzi
e delle bombe, cioè dei veri e propri cannoncini di bambù.
Armi
simili sono assolutamente efficenti. Lo scoprirono i Giapponesi
durante la Seconda Guerra Mondiale quando i contadini cinesi iniziarono
a difendere i villaggi con cannoni di legno cavo rafforzati da fil
di ferro e caricati a cocci, vetri e chiodi.
Credo che sia importante questa mia osservazione per 2 motivi. Innanzi
tutto è giusto cancellare definitivamente la credibilità
della leggenda eurocentrica, ormai ampiamente smentita, della paternità
europea dell'invenzione delle armi da fuoco. È poi importante
che si smentisca il mito romantico patriarcale degli eserciti che
vincono per il valore e la genialità dei generali. Le guerre
sono state vinte solo e soltanto da chi aveva la tecnologia migliore
e la compattezza sociale più efficiente. Quando questi due
elementi si combinano producono generali capaci di sfruttare questo
vantaggio.
Sono i popoli e non gli individui a fare la storia.
Jacopo
Fo
Contestazione
G8 a Genova
Protesta
per l'articolo "Pedofilia attenti ai nuovi lupi" apparso sul numero
del 9 giugno.
Lettera a Repubblica sui Mongoli
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