Cambia il mondo ora!!!
Questo è il tentativo di riassumere quello che sta succedendo
individuando gli elementi essenziali della nostra azione. Il mondo
sta cambiando. Non ha mai smesso di cambiare. E le cose vanno sempre
meglio (vedi "Pessimismo
e gnocca globale").
Siamo nel bel mezzo di una rivoluzione epocale. È iniziata
l'era informatica (vedi "Internet
salverà il mondo"). Dentro questa
rivoluzione c'è un cambiamento di modelli culturali, una
razionalizzazione della produzione e distribuzione delle merci,
un modo nuovo e più "spirituale" nel quale gli
esseri umani vedono se stessi.
Tempo libero, maggiore cultura, un'enorme disponibilità di
prodotti artistici e giornalistici. Noi viviamo all'interno di questo
cambiamento e pensiamo che porterà una modificazione nella
qualità della vita umana. Non un mondo perfetto ma un mondo
dove il delirio non gestisce più il potere in modo incontrastato.
Un mondo dove ci sia un minimo di rispetto per la vita, la dignità
e i bisogni e i diritti essenziali dell'essere umano. Noi cerchiamo
di capire questo cambiamento e di seguirlo veleggiando nel centro
della sua corrente. Non siamo un partito, una religione, un'associazione,
una setta, una lobby, un sindacato, una corporazione. Siamo però
parte del "Movimento". Nel senso che ci muoviamo cercando
di armonizzarci col movimento delle cose.
La
strategia
La differenza essenziale di questo movimento, rispetto alla maggioranza
delle esperienze umane organizzate, è che non ci mettiamo
insieme per realizzare qualche cosa (il comunismo, l'arricchimento,
la vita pia, la conoscenza) che poi ti servirà per ottenere
ciò che vuoi (la giustizia sociale, l'appagamento dei sensi,
il paradiso, l'illuminazione). Il nostro approccio è quello
di impegnarci subito per ottenere lo scopo ultimo. Ci impegniamo
solo in azioni nelle quali lo scopo coincide col mezzo. Esattamente
il contrario del fine che giustifica i mezzi, cardine filosofico
di questo sistema sociale cerebro leso
Attenzione: dire "lo scopo non giustifica i mezzi" è
stato sempre inteso come il prendere una doverosa posizione morale.
Cioè "non posso fare cose immorali per ottenere un risultato
moralmente positivo". Ma c'è un modo molto più
radicale per intendere la frase: visto che lo scopo della vita è
l' esperienza della felicità "non voglio fare niente
per essere felice che comporti di non essere felice". Cioè
non accetto di annoiarmi, di non avere tempo per la mia pigrizia,
di non divertirmi. Non accetto un lavoro non entusiasmante per procurarmi
i soldi per vivere la mia vita. Per noi questa necessità
esistenziale sta sempre più acquistando un valore assoluto.
È
la fine della filosofia del dolore e del sacrificio.
Ne consegue che la nostra strategia si basa sulla costruzione immediata
di "frammenti del mondo nuovo". La società nuova
non nascerà tutta di un colpo. La società nuova esiste
già in piccole esperienze che cresceranno soppiantando via
via pezzi sempre più grandi del Sistema capitalistico del
Dolore. È esattamente quello che è sempre successo.
La rivoluzione agricola, la rivoluzione patriarcale, la nascita
della società imperiale schiavista, la nascita del capitalismo,
hanno seguito questo percorso graduale per affermarsi. Non ci sarebbe
nessun capitalismo se nel Medio Evo non si fossero formate le abbazie
dei monaci (centri di studio, di sistematizzazione delle conoscenze,
di ottimizzazione delle tecniche mediche, agricole e artigianali).
Questi erano gli unici luoghi dove chiunque potesse scappare per
evitare, almeno in parte, di essere vittime della follia di quel
tempo.
L'esistenza delle abbazie mostrava che era possibile un altro modo
di organizzare la vita. Creava una contrapposizione: o vivevi sotto
i nobili o te ne andavi a fare il frate. Non eri libero ma non eri
neanche totalmente schiavo. L'esistenza dell'abbazia e la sua cultura
fu un elemento di novità nella società che permise
(insieme ad altri) la nascita dei liberi comuni che erano in qualche
modo le "abbazie dei borghesi". Qui la vita era completamente
diversa da quella che si faceva nei feudi, sotto il tallone chiodato
dei nobili.
Qui
nasce un tipo nuovo di persona e di cultura creata dai nuovi rapporti
di produzione e dai diversi rapporti umani e sociali che questo
sistema sociale comporta. Credo che questo momento storico sia molto
simile al tempo della creazione dei liberi comuni, solo che non
si tratta di riunirsi in città per opporsi al potere militare
dei nobili. Si tratta di abbandonare le città e disperdersi
per le campagne per sfuggire al sistema delle merci di cattiva qualità
e al sistema del dolore.
(Segue)
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