IL
KARAMÈ
LO
ZEN E L'ARTE DI SPACCARE
LA FACCIA AGLI IMBECILLI
I
PUGNI SI DANNO CON LA TESTA
ovvero,
uno stupido non
sarà
mai un vero combattente
Il
kara-té si occupa di picchiare te
il kara-mé preferisce salvare me.
Per questo io preferisco il kara-mé.
Perché mi ama.
COME
EVITARE GLI OCCHI NERI
Il
modo migliore per vincere una rissa è: evitarla. Io penso
di essere un grande lottatore proprio per questo. È praticamente
impossibile litigare con me. Mi comporto gentilmente, non alzo la
voce, non faccio caso a piccole scortesie o mancanze di sensibilità.
Sono accomodante, diplomatico e cerco sempre di usare il cervello.
La maggioranza dei contrasti umani dipende da errori di ragionamento
o malinteso.
Ragionare tranquillamente col nemico porta spesso a trovare un modo
per risolvere la questione con reciproca soddisfazione.
L'altra mia grande dote militare è l'arte della evanescenza.
È una cosa molto filosofica. Sostanzialmente rinuncio ad
occuparmi di un sacco di cose. Vuoi che di dica che sono cretino?
O.K.! Vuoi che ti dica che la Juve è grande? "Viva la
Juve!" Vuoi che ti dica che sono scemo? O.K. sono scemo. Sono
dispostissimo a vestirmi da marziano verde se questo mi permette
di attraversare la città senza dover fare a botte con gli
imbecilli. Ovviamente ho da tempo rinunciato all'obbligo di dire
a un cretino che è un cretino.
L'altra
immensa disciplina che si deve imparare è lo Zap.
Il segreto ninja di darsela a gambe. Scappare, sparire, svanire,
schizzare. Insomma fuggire è sempre meglio di combattere...
Se poi proprio uno vi dà uno schiaffo, valutate attentamente
la situazione. Molto spesso offrite l'altra guancia, è la
soluzione pił economica, sicura e rapida. In fondo due ceffoni non
sono la morte di nessuno.
Si sono verificati però casi nei quali combattere era ineluttabile.
Chi aderisce allo chu-du-zay del guerriero sceglie un preciso codice
morale di pace. Niente e nessuno lo indurrà mai in nessun
caso a combattere per ragioni di poco conto. D'altra parte egli
non può mai sottrarsi al suo impegno.
Egli non potrà non intervenire qualora qualcosa di inumano
viene compiuto. Interverrà sempre a prescindere dalla possibilità
di vittoria e userà tutti i sistemi pacifici accettando su
di se qualunque umiliazione pur di far cessare l'ingiustizia.
Ma se ciò non è possibile combatterà secondo
il principio della Casa: "Io non ho cercato il tuo danno ma
morirai se attacchi al mia Casa per uccidere le donne".
Quando si decide di combattere non vi devono essere dubbi. La forza
non deriva dai muscoli ma dallo spirito, dal cervello. Solo se hai
fatto di tutto per evitare lo scontro, solo se affrontare la battaglia
è l'unica via di fuga allora combatti.
E tanto pił tu avrai accettato umiliazioni per amor di pace, tanto
pił colpirai con forza. Perché non deve essere tu a colpire
ma le tue ragioni e attraverso esse le ragioni dell'universo che
è pace, amore e meravigliosa affascinante bellezza.
Il guerriero prima di combattere pratica la resa. Vincerà
soltanto se non combatterà per difendere il proprio orgoglio
ma solo perché la sua natura di essere sensibile glielo impone.
Non sarà lui a colpire la ma natura stessa delle cose. Dicono
in Giappone: "Prima del duello si sa già chi vincerà.
Dei due quello che non usa la spada per colpire l'altro ma per restare
se stesso".
Quindi
prima di lottare scusatevi con l'universo per le vostre debolezze
e la vostra inadeguatezza. Arrendetevi all'universo e rinunciate
alla vita, offritela come prezzo dei vostri errori. Quando voi inizierete
a combattere non esisterete pił. Voi vi siete dati al tutto, avrete
abbandonato tutto, siete emotivamente rilassati, ricettivi, pronti
ad accettare il verdetto della sorte: vita o morte.
Quando si combatte bisogna farlo sul serio. Bisogna essere consci
che iniziando una lotta, anche se lo si fa perché attaccati,
ci si espone a un rischio mortale. E' il contatto con la morte che
inquina.
Quindi se tentate di difendere da un aggressore una ragazza o se
sostenete le ragioni di un vecchietto in un ufficio postale ricordatevi
di prendere mezzo secondo per rivolgervi mentalmente alla Grande
Madre, chiederle perdono ed esalare l'ultimo respiro.
Segue
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