COME
FARE IL COMUNISMO
SENZA FARSI MALE
Continua
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IL
COMUNISMO E
LA MANUTENZIONE DELLO ZEN
Comunque
un errore nel marxenghelismo ci deve pur essere. Ho già detto
più volte che Marx, furbo com'era, avrebbe dovuto immaginarsi
che sul suo pensiero avrebbero costruito una cattedrale peggio della
chiesa cattolica. Ma questo non basta a spiegare la grandezza dei
disastri avvenuti sotto la bandiera di un sistema di pensiero cosė
funzionale e positivo.
Dagli anni '60 in poi una componente minoritaria del movimento comunista
ha iniziato a muovere critiche a un punto fondamentale dell'analisi
marxenghelista dei meccanismi di evoluzione sociale. L'idea classica
è che l'introduzione di nuove tecnologie modifichi i rapporti
sociali e quindi la cultura degli umani.
L'invenzione della grande manifattura, delle banche, delle tecniche
di navigazione, e delle armi da fuoco mette in crisi la società
feudale, crea una potente borghesia e dà nuova linfa alle
ricerche tecnologiche. La scoperta della macchina a vapore infine
consegna il mondo nelle mani del capitalismo.
Tutto giusto, intendiamoci, ma manca un pezzo. Perchè la
macchina a vapore non è stata inventata trenta anni prima
o trecento? Certo c'è il discorso della "necessità
storica". Nel 1800 o si inventava la macchina a vapore o erano guai.
Ma guardate che la macchina a vapore avrebbe fatto comodo anche
a Giulio Cesare. Forse che agli artigiani della Roma Imperiale mancavano
le conoscenze scientifiche per concepire la macchina a vapore? Forse
non le avevano... Ma avrebbero potuto arrivarci. In fondo l'avevano
vista anche loro una pentola d'acqua che bolle. Invece no.
Il punto è proprio qui. L'idea della macchina a vapore era
inconcepibile per quei tempi. La vita sociale dovette prima diventare
un complesso a esatto meccanismo. Una macchina appunto. Solo vedendo
la macchina sociale in funzione l'uomo potè inventare la
macchina a vapore. Le idee nascono prima nella realtà e poi
nel pensiero umano. L'idea di usare un fenomeno come il vapore come
fonte di energia per costruire tessuti o muovere locomotive era
inarrivabile in una società superstiziosa e caotica come
quella dell'antica Roma.
Cosė come l'uomo medioevale, dominato dalle leggi religiose non
poteva neanche con l'immaginazione elevarsi a creatore di energia.
Non ci arrivava. Questa può sembrare una questione di lana
caprina. O comunque secondaria.
Invece oggi, è una questione centrale. Credo che il prossimo
salto epocale non sarà "solo" una questione di nuove tecnologie.
O meglio le nuove tecnologie non saranno solo questione di viti,
bulloni e microcips.
La nuova società richiederà una rivoluzione tecnologica
che investa la tecnica di educazione, comunicazione e pensiero,
molto di più di quanto è accaduto nelle precedenti
tappe dell'evoluzione sociale. L'evoluzione della società
capitalista in qualcosa di nuovo non potrà non basarsi su
una nuova solidarietà e cooperazione degli umani. E a questa
cooperazione non si potrà credere se essa non vivrà
prima nella realtà produttiva.
Già oggi i computer e le nuove tecniche di comunicazione
e interazione stanno materialmente creando un mondo dove l'azione
individuale è impossibile e dove la dipendenza di tutti dall'organizzazione
globale delle informazioni e dei servizi è totale. L'enorme
diffusione della televisione, pur coi suoi difetti, sta creando
individui che hanno una quantità di conoscenza e un'abitudine
alla verbalizzazione impensabile solo cinquanta anni fa.
Ovunque nel mondo stà nascendo un movimento che è
alla ricerca di tecniche per l'allargamento delle capacità
umane (emotive, psicologiche, fisiche e mentali). Questo movimento
unisce in concreto le tendenze più disparate, dalla psicanalisi
alla meditazione buddista, dalle ginnastiche dolci allo Zen, dalla
nascita non violenta alla pedagogia, dal teatro Grotowskyano alle
tecniche di allenamento agonistico, dal femminismo alla macrobiotica,
dalla letteratura al cinema.
Allargare la mente, potenziare il corpo, diventare più sensibili,
liberarsi dalle inibizioni e dai veleni, sviluppare appieno le potenzialità
umane, queste sono le parole d'ordine di questo movimento apparentemente
caotico e contradditorio. Il mondo nuovo avrà bisogno soprattutto
di uomini e donne nuovi. Milioni di persone stanno sperimentando
su di sè e sui loro figli nuove tecniche di educazione e
di percezione nuove metodologie per affrontare e capire i problemi
della vita.
In effetti tutto questo era quanto mancava al movimento comunista
che ha sempre sottovalutato l'aspetto culturale dell'evoluzione
non afferrando i legami tra evoluzione culturale e evoluzione tecnologiche
e sociale. Non a caso nella concezione comunista il concetto di
"contraddizione" (contrasto tra due elementi: borghesia e proletariato,
caldo e freddo, azione e resistenza) ha assunto il significato di
antagonismo più che di complementarietà.
Questa accezione guerreggiante ha impedito di cogliere molti nessi
e molti legami... A questo proposito trovo che il Taoismo ha molto
da insegnarci proprio perchè descrive i meccanismi della
contraddizione in modo fedelmente materialista senza però
perdere di vista la globalità, l'indispensabile unità
e sinergia tra tutti i processi naturali, nei quali nulla è
secondario o trascurabile.
Un modo di vedere al quale Marx accennò nei suoi scritti
giovanili a proposito della spiritualità dei marxisti (che
credono allo sviluppo sempre positivo dei processi biogici e storici)
e del grezzo materialismo dei religiosi (che per fare il bene hanno
bisogno di credere a inferno e paradiso). Ma poi questa concezione
olistica (globale) dell'universo materiale e spirituale si perse
per strada...
Su questo argomento vorrei tornare più diffusamente, in particolare
sulla concezione materialistica Taoista che trovo molto interessante.
Intanto mi farebbe piacere se mi faceste sapere se tutto ciò
vi sembra una follia.
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