G8
pacifismo e violenza:
quale strategia per il movimento
Interventi
al forum su www.tutebianche.it - Inizio giugno 2001
Cari
compagni,
credo che siamo in un momento molto delicato. Credo che a Genova
il governo Berlusconi tenterà in tutti modi di andare allo
scontro duro. Credo che al movimento non convenga assolutamente
accettare questo scontro. La ripetizione all'infinito di Seattle
non ha senso. Credo che il cuore della nostra battaglia oggi sia
riuscire a comunicare le ragioni del nostro impegno contro la globalizzazione
proposta dal WTO.
C'è
un fatto strano: al referendum, se ho capito bene, il 70% circa
ha risposto dicendo che "se la polizia lede i diritti umani è
legittimo reagire", il che tradotto vuol dire "andiamo a mettere
a fuoco Genova (visto che è certo che la polizia lederà i
diritti umani incoraggiata da chi sappiamo...)". Ma in tutti gli
interventi di questo forum vedo solo persone che non vogliono lo
scontro. E vedo tanti che hanno voluto rispondere a questa bella
lettera di questa ragazza che chiede di trovare qualche cosa da
fare di concreto e ci avvisa che molti non partecipano alle nostre
iniziative perché hanno paura che finisca a botte...
Sono queste le persone che ci interessano. E abbiamo una proposta
da far loro: consociare gli acquisti, incontrarci a far festa e
cultura, costruire eco-villaggi e centri dove sperimentare nuovi
modi di essere, di vivere insieme e di opporsi alla violenza smettendo
di dare i nostri soldi a chi la produce.
La lotta di Gandhi iniziò con il movimento della tessitura
dal cotone e con il boicottaggio del monopolio del sale. La forza
del movimento operaio italiano è figlia delle cooperative,
dei mulini popolari, delle casse mutue e delle case del popolo.
Sono strumenti ormai spuntati, vanno ricostruiti.
Una
piccola parte del movimento in questi anni ha organizzato esperienze
eccezionali: c'è la Caes che è un sindacato di assicurati
consociati, le banche etiche, le banche del tempo, il commercio
equo e solidale, il turismo etico, nuove forme di cooperazione e
autoimpresa consociata, centri culturali e di sperimentazione delle
nuove tecnologie eco-compatibile.
Questa è la nostra lotta: costruire già oggi piccoli pezzi
del futuro che diventano virus in grado di far evolvere la coscienza
e la società. Il '68 non è stato gli scontri con la polizia
o il terrorismo ma la musica, le feste, i locali, il teatro, le
comuni agricole, le prime imprese ecologiche e culturali indipendenti.
Questo ci ha dato un'Italia che, nonostante tutto, oggi offre mille
volte gli spazi di allora. Ma chi fa politica a sinistra in Italia
spesso non si accorge di questo e ancora la sinistra non ha fatto
del movimento etico dei consumatori consociati la sua bandiera.
Ciao e auguri a tutti
Jacopo Fo
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