LA
VERA STORIA DEL MONDO
FALSI E CENSURE NEI LIBRI DI TESTO
I
manuali scolastici dedicano pochissimo spazio all'inizi0 dell'avventura
umana. Laddove non ci sono nomi di re e date da imparare a memoria
sembra ci sia poco da apprendere, la storia, si dice, comincia con
la scrittura. Non sufficiente attenzione è data poi al peso
che ebbero le innovazioni tecniche.
Cerchiamo qui di riequilibrare la situazione, tralasciando le imprese
dei generali e occupandoci invece dei meccanismi che hanno fin dai
primordi determinato l'evoluzione umana.
PERCHÉ
LE DONNE HANNO LE TETTE?
come mai le scimmie persero il pelo
e diventarono umane?
Questa
vi sembrerà forse una domanda stupida. Invece una domanda
così superficiale ha dei risvolti profondissimi. Innanzi
tutto una cosa è innegabile: le tette esistono ma le hanno
solo le donne. "Idiota", direte voi. "È chiaro
che gli uomini non le hanno visto che non allattano". Indiscutibile
ma non pertinente.
Dicendo che le donne sono le sole ad avere le tette intendevo dire
che sono le uniche mammifere ad avere le tette. No, le altre mammifere
non hanno le tette. Hanno i capezzoli, sì. Hanno le ghiandole
mammarie, sì. Allattano, sì. Ma siamo seri, non mi
direte che le mucche hanno le tette e neanche quelle delle scimmie
si possono definire "tette". Quando dico tette dico tette.
Cioè quella protuberanza curvilinea morbidamente imbottita,
ondeggiante, traspirante, piena, soffice ammiccante. Tette tettose
insomma. Allora da dove vengono? Perché solo le donne ce
le hanno?
Cogliete il senso della domanda? Beh, la storiografia, e i paraponzi
di tutte le megauniversità del mondo non sono ancora riusciti
a dirci da dove vengano queste realtà biologiche. Le posizioni
attualmente sono due. Da una parte alcuni scienziati sostengono
che non c'è motivo di preoccuparsi per il fatto che le donne
hanno le tette, non c'è pericolo che esplodano, non sono
infettive e non mordono. L'altro fronte dei luminari va oltre. Le
donne hanno le tette perché agli uomini piacciono le tette.
E vi prego di riflettere su questa seconda posizione. Essa supera
l'annoso problema "è nato prima l'uovo o la gallina"...
Cioé: agli uomini piacevano già le tette prima che
le donne le avessero. Precognizione? Desiderio embrionale? Telecinesi?
Invidia del pene?
Magari salta fuori che le tette sono un ideale biologico precompresso,
insito negli archetipi del DNA presente già nei protomammiferi.
Le specie animali, tutte, hanno come obiettivo finale, come scopo
evolutivo le tette. Anche le cagne volevano farsele crescere perché
sanno che i cani le adorano, solo non ci sono riuscite. Invece le
donne hanno raggiunto il traguardo. Beh non esageriamo, amatissimi
lettori, in effetti le pupe non son le sole ad essere munite di
respingenti molleggiati.
Già, la verità è che anche le sirene le hanno.
No, non le sirene mitiche hollywudiane, esistono delle specie di
trichechi marini che hanno simil tette (i lamantini).
Pare che da questi esseri focheschi i marinai antichi, ottenebrati
da sole e astinenza abbiano tratto l'idea delle mitiche sirene.
Seguendo questa traccia scopriamo una serie di cose interessanti.
Le donne, e anche gli uomini, sono gli unici mammiferi di terra
ad avere una serie di cose in comune con i mammiferi acquatici.
1 - Assenza della pelliccia.
2 - Abbondante strato di grasso sottocutaneo.
3 - Lacrimazione oculare salina.
4 - Naso a sifone (l'acqua non entra in immersione).
5 - Labbra carnose (imbottite anch'esse).
Ci sarà un motivo se le cose stanno così? La natura
fa tutto per un preciso motivo e non spreca i suoi talenti; ad esempio
non dà le macchine da scrivere agli elefanti perché
sa che le romperebbero.
Allora
cosa ci suggeriscono queste informazioni? Che l'umanità abbia
trascorso un periodo di qualche milione di anni sulle rive di un
mare tiepido, passando in acqua la maggior parte del tempo (gli
umani non vivevano in acqua come le rane, però vi passavano
parecchie ore al giorno, sia perché così stavano al
sicuro sia perché faceva un caldo bestiale). In questo periodo
l'umanità avrebbe completato quella complessa evoluzione
dalla scimmia all'uomo.
Lo so che voi sapete esattamente chi è l'anello di congiunzione
tra l'uomo e la scimmia e che se vengo a trovarvi me lo potete anche
presentare... ma vi garantisco che da un certo punto di vista il
problema è più complesso.
Infatti avrete letto sui giornali, negli ultimi dieci anni, un continuo
accapigliarsi di studiosi che si contendono il primato di aver trovato
questo benedetto anello di congiunzione. Il problema stà
proprio lì. In realtà nessuno lo ha ancora trovato.
Fino a un certo punto è scimmia poi, dopo un periodo misterioso
trak!, appare l'uomo. Perché? Semplice. L'umanità
si è trasferita in riva al mare e lì le ossa non si
conservano. Elementare! Spiega tutto. Spiega anche le tette. Le
donne stavano in acqua, avevano bisogno di più ciccia per
isolare termicamente le ghiandole mammarie dagli sbalzi di temperatura.
E servivano belle elastiche perché i neonati potessero succhiare
il latte in acqua senza bersi tutto l'oceano. Si spiega anche perché
le labbra sono a chiusura ermetica. Se tenete la bocca chiusa sott'acqua
questa non vi entra in bocca. Provate un po' a farlo fare ad un
cane.
Resta
ultimo un problema. Perché l'umanità è entrata
in acqua? Ora provate ad immaginare di essere su un bell'albero
nella foresta vergine, in un paio di milioni di anni scoppia un
caldo boia e gli alberi di albicocche seccano. Così voi decidete
di spostarvi in cerca di un po' di fresco e ciliege. Lungo la strada
una torma di tigri vi assale. Siete in riva al mare. Che fate? Ma
diamine! Vi buttate in acqua no?
Stando in piedi (siete mezzi quadrupedi) potete arrivare molto più
in là di una tigre che si trova subito a non toccare. Così
voi vi salvate la pelle perché le tigri non sono brave a
nuotare e lottare allo stesso tempo. Beh. Tutto chiaro, no! Non
è geniale? Io mi chiedo come i testoni in cattedra non lo
abbiano già capito. E guardate che non è una pensata
che mi è venuta negli ultimi dieci minuti. Non è neanche
un'idea mia. L'ho letta su un libro. È di una certa signora
Elaine Morgan, una giornalista inglese. Documentatissima. Spiega
queste cose in circa trecento pagine. Il libro s'intitola L'origine
della donna, Ed. Einaudi. In biblioteca si dovrebbe trovare
ancora. Ecco qui di seguito alcuni brani:
"...
Facciamo una rapida ricapitolazione della storia così come
viene correntemente riferita, poiché, nonostante tutte le
nuove prove venute di recente alla luce, il quadro generalmente
accettato dell'evoluzione umana è cambiato assai poco. Proprio
al suo centro rimane la figura, simile a Tarzan, del maschio preominide,
il quale discese dagli alberi, vide una pianura erbosa brulicante
di cacciagione, raccattò un'arma e divenne il Potente Cacciatore.
Si ritiene che quasi ogni nostra caratteristica sia derivata da
ciò. Se la nostra andatura è eretta, ciò è
dovuto al fatto che il Potente Cacciatore dovette erigersi allo
scopo di scrutare l'orizzonte per cercare la preda. Se vivemmo nelle
caverne, fu perché i cacciatori avevano bisogno di una base
cui fare ritorno. Se imparammo a parlare, fu perché i cacciatori
dovevano progettare il safari successivo e vantarsi dell'ultimo.
... C'è un qualcosa nella figura di Tarzan che li ha ipnotizzati
tutti. Io trovo del tutto incredibile l'intera faccenda. È
costellata di misteri, di incongruenze e di interrogativi non risolti.
Ancor più schiaccianti degli interrogativi non risolti sono
gli interrogativi che non ci si è neppure mai posti, perché,
come ha fatto rilevare il professor Peter Medawar, 'gli scienziati
tendono a non porsi interrogativi finché non riescono a intravvedere
i rudimenti di una risposta nella loro mente'.
... Il primo mistero è: Che cosa accadde durante il pliocene?
Viene ora ampiamente accettata la teoria secondo la quale la storia
del genere umano cominciò in Africa.Venti milioni di anni
fa, nel Kenia, esisteva una fiorente popolazione di scimmie dalla
struttura fisica generalizzata, e con una grande abbondanza di tipi
che andavano dalle dimensioni di un piccolo gibbone a quelle di
un grosso gorilla. L.S.B. Leakey ne ha diseppellito le ossa a centinaia
nella regione del lago Vittoria, e ovviamente quegli esseri se la
cavavano benissimo laggiù, allora. Era il periodo denominato
miocene. Clima mite, precipitazioni più copiose di quelle
attuali, e foreste lussureggianti. Sin qui, tutto bene.
Poi venne la siccità del pliocene. Robert Ardrey scrive al
riguardo: 'Nessuna mente può rendersi conto, nei termini
di una qualsiasi esperienza umana, della durata del pliocene. Dieci
anni di siccità furono sufficienti, un quarto di secolo fa,
per causare nel Sud-Ovest americano quel maelström di indigenza,
il 'dust bowl' (conca di polvere - regione arida). Agli abitanti
della zona i dieci anni dovettero sembrare interminabili. Ma il
pliocene africano si protrasse per dodici milioni di anni'.
Nell'intero continente africano non è mai stato scoperto
alcun giacimento fossile pliocenico di resti preumani. Durante questo
periodo, molte promettenti specie di scimmie del pliocene, fenomeno
non sorprendente, scomparvero del tutto. Alcune rimasero intrappolate
nelle sempre più ridotte sacche di foresta e quando il pliocene
terminò ricomparvero come scimmie brachiatrici - specializzate
nel senso che si dondolavano sostenendosi con le braccia.
Ricomparve inoltre qualcosa di stupefacente... gli australopitecini,
scoperti per la prima volta dal professor Raymond Dart nel 1925
e successivamente disseppelliti in numero considerevole.
L'australopiteco emerse da questo terrificante cimento di dodici
milioni di anni assai rinnovato e migliorato. I condili occipitali
del suo cranio dimostrano che teneva la testa secondo un nuovo angolo,
lasciando capire che camminava eretto anziché sulle quattro
zampe, e la regione orbitale, stando a Sir Wilfred le Gros Clark,
ha 'un aspetto notevolmente umano'. L'australopiteco era inoltre
intelligente. I suoi resti sono stati rinvenuti nella gola di Olduvai
insieme a rudimentali utensili ricavati da ciottoli e ai quali si
è inneggiato come ai primissimi inizi di una cultura umana.
Robert Ardrey dice: 'Entrammo nel crogiuolo (del pliocene) come
una creatura generalizzata dotata soltanto di capacità umane
potenziali. Ne uscimmo come un essere al quale mancavano soltanto
il cervello appropriato e il mento. Che cosa ci accadde durante
il tragitto?'
La domanda da sessantaquattromila dollari: 'Che cosa accadde agli
australopitechi? Dove andarono?' Secondo interrogativo: 'Perché
camminavano eretti?' Le versioni popolari sfiorarono con estrema
leggerezza questo tratto di ghiaccio sottile. Desmond Morris si
limita a dire: 'Sottoposti a forti pressioni che li costrinsero
ad accrescere le loro abilità nell'uccisione delle prede,
divennero più eretti... corridori più veloci e migliori'.
Robert Ardrey afferma, con altrettanto semplicismo: 'Imparammo a
stare eretti in primo luogo come una necessità della vita
di caccia'.
Ma aspettate un momento. Eravamo quadrupedi. Queste asserzioni implicano
che un quadrupede scoprì all'improvviso di potersi spostare
più velocemente su due gambe anziché su quattro. Provate
ad immaginare un qualsiasi altro quadrupede che faccia tale scoperta
- un gatto? un cane? un cavallo? - e vi renderete conto che la cosa
è completamente priva di senso. A parità di condizioni,
quattro gambe possono correre più velocemente di due. Lo
sviluppo bipede fu violentemente innaturale.
... George A. Bartholomew e Joseph B. Birdsell fanno rilevare: '...l'estrema
rarità dell'andatura bipede tra gli animali fa pensare che
essa sia inefficiente se non in circostanze particolarissime. Anche
la locomozione verticale unica dell'uomo moderno, se paragonata
a quella dei mammiferi quadrupedi, è relativamente inefficace...
Deve esserne conseguito un vantaggio significativo non-locomotorio'.
Qual è questo vantaggio? I tarzaniani sostengono che l'andatura
bipede consentì a questa scimmia di inseguire la cacciagione
brandendo armi - all'inizio presumibilmente ciottoli. Ma lo scimpanzè
che corre via con una banana (o un ciottolo), se non può
mettersela in bocca la tiene in una mano e galoppa sulle altre,
perché anche tre arti sono più veloci di due. E allora
che cosa si suppone facesse il nostro antenato? Che camminasse a
passi strascicati, un sasso in ciascuna mano? Che lanciasse macigni
i quali richiedevano due mani per essere sollevati? Che scagliasse
tronchi d'albero a mo' di giavellotti?
No. Dovette esservi una ragione davvero potente in seguito alla
quale fummo costretti per un lungo periodo di tempo a camminare
sugli arti posteriori sebbene quell'andatura fosse più lenta.
... Altro interrogativo: perchè la scimmia divenne nuda?
Desmond Morris sostiene che, a differenza di carnivori più
specializzati, come i leoni e gli sciacalli, la scimmia ex vegetariana
non era fisicamente attrezzata 'per lanciarsi fulmineamente verso
la preda'. Avrebbe sofferto 'un caldo eccessivo durante la caccia,
e la perdita del pelo sarebbe stata di grande importanza nei momenti
supremi della caccia stessa'.
Ecco un esempio perfetto di modo di pensare androcentrico. Esistevano
due sessi anche allora ed io non credo che sia mai stato così
semplice privare una femmina della pelliccia, soltanto per evitare
al buon maschio di coprirsi di sudore durante i suoi momenti supremi.
Cosa si ritiene che accadde alla femmina durante questo periodo
di denudamento?
Il dottor Morris dice: 'Ciò non potrebbe accadere, naturalmente,
se il clima fosse troppo intensamente caldo, a causa dei pericoli
per la nuda pellÈ. Sicché egli fa risalire, è
ovvio, la perdita del pelo ad un periodo successivo all'inferno
del pliocene. Ma il periodo seguente fu il turbolento pleistocene,
ricco di gigantesche fasi alluvionali in Africa, corrispondenti
alle ere glaciali del Nord. Una fase alluvionale consisteva in secolo
dopo secolo di piogge torrenziali; dobbiamo così raffigurarci
la nostra antenata materna seduta nuda nel bel mezzo della pianura
mentre i cieli si svuotavano, bisognosa di entrambe le mani per
mantenere una presa melmosa sullo scivoloso e dimenantesi piccolo,
ugualmente nudo. Questo è ridicolo. Non costituisce alcun
vantaggio per la specie il fatto che il potente cacciatore torni
a casa sano e salvo e fresco se trova che il proprio rampollo si
è rotto la testa cadendo e che la propria compagna è
morta di ipotermia.
Questo problema sarebbe potuto essere risolto dal dimorfismo - la
perdita del pelo più accentuata in un sesso che nell'altro.
E così fu, naturalmente. Ma, sfortunatamente per i tarzaniani,
fu la femmina che restava in casa a diventare più nuda, e
fu il surriscaldato cacciatore a conservare i peli sul petto.
Domanda successiva: Perché la nostra vita sessuale è
diventata così complessa e sconcertante? La risposta che
si dà, non ho quasi bisogno di dirlo, è la seguente:
tutto cominciò quando l'uomo divenne un cacciatore. Egli
doveva percorrere lunghi tragitti per inseguire la preda e cominciò
a preoccuparsi di quello che avrebbe potuto combinare la piccola
donna. Era inoltre ansioso a causa degli altri componenti del gruppo
di caccia, perché, spiega Desmond Morris 'se ci si aspettava
che i maschi più deboli collaborassero alla caccia, bisognava
concedere loro maggiori diritti sessuali. Le femmine sarebbero dovute
essere più condivise'.
Per cui divenne necessario, così si racconta, stabilire un
sistema di 'legame di coppie', per fare in modo che le coppie restassero
fedeli tutta la vita. Cito: 'Il metodo più semplice e più
diretto per riuscirvi consisteva nel rendere più complicate
e più ricche di compensi le attività condivise dalla
coppia. In altri termini nel rendere il sesso più sexy'.
A tale scopo, alle nude scimmie spuntarono i lobi delle orecchie,
narici carnose e labbra che sporgevano in fuori, tutto ciò,
si sostiene, affinché gli individui si stimolassero vicendevolmente
fino alla frenesia. I capezzoli della signora scimmia divennero
intensamente erogeni, essa inventò e brevettò l'orgasmo
femminile, e imparò a reagire sessualmente in ogni momento,
anche durante la gravidanza, 'perché con il sistema un-solo-maschio-una-sola-femmina,
sarebbe stato pericoloso frustrare il maschio durante un periodo
troppo lungo. Ciò avrebbe potuto mettere in pericolo il legame
di coppia'. Il maschio se ne sarebbe potuto andare in preda alla
stizza, o cercarsi un'altra femmina. O addirittura rifiutarsi di
collaborare alla caccia.
Inoltre, le scimmie decisero di passare al sesso faccia-a-faccia,
in luogo del maschio che montava la femmina da tergo, come in precedenza,
perché questo nuovo metodo portava a un 'sesso personalizzato'.
L'approccio frontale significa che 'i segnali sessuali in arrivo
e le ricompense rimangono strettamente collegati ai segnali di identità
del compagno'. In parole più semplici, si sa con chi lo si
sta facendo.
Ciò mise alquanto in imbarazzo la signora Scimmia Nuda. Fino
a quel momento, la cosa elegante da esibire negli approcci sessuali
era consistita in 'un paio di natiche carnose, emisferiche'. Ora,
di colpo, le natiche non la facevano approdare a niente. Si avvicinava
al compagno facendo a più non posso segnali di identità
soltanto frontali con i suoi nuovi bei lobi delle orecchie e con
le narici, ma, per una ragione o per l'altra, il maschio non voleva
semplicemente saperne. Sentiva la mancanza degli emisferi carnosi,
capite. La situazione era critica, insiste il dottor Morris. 'Se
la femmina della nostra specie voleva spostare con successo l'interessamento
del maschio verso la parte anteriore, l'evoluzione avrebbe dovuto
fare qualcosa per rendere più stimolante la regione frontale'.
Indovinate che cosa? Di primo acchito: la femmina puntò su
un secondo paio di emisferi carnosi nella regione toracica.
Queste sono tutte ipotesi appassionanti, ma non possono di certo
essere prese sul serio. I branchi di lupi riescono a collaborare
senza tutto questo armamentario erotico. I nostri parenti i gibboni
rimangono fedeli per la vita senza sesso frontale 'personalizzato',
senza elaborare zone erogene, senza la perenne disponibilità
della femmina. Perchè non avremmo potuto riuscirci anche
noi?
...Quasi tutti hanno sino ad oggi dato per dimostrato che l'austrolopiteco,
essendo primitivo e privo di mento e con la fronte bassa, fosse
necessariamente peloso, e gli artisti sempre raffigurano la femmina
come una creatura irsuta. Io ritengo che non esista alcuna ragione
valida per pensarla così. Come per lungo tempo gli scienziati
'supposero' che la grande massa cerebrale avesse preceduto l'impiego
di strumenti, essi continuano a 'supporre' che l'assenza di peli
sia venuta per ultima. Se dovessei descrivere questi primi ominidi,
direi che la loro pelle era, con ogni probabilità, completamente
liscia come la nostra.
Tuttavia, non siamo ancora arrivati all'australopiteco, ne distiamo
moltissimo. Quando dico che la scimmia antropomorfa rimase nell'acqua
finché le condizioni di vita non cominciarono a migliorare,
non mi riferisco semplicemente a una stagione estiva. Presumiamo
che occorsero due milioni di anni di siccità per spingerla
in mare; e anche allora il pliocene africano cominciò a modificarsi
in senso favorevole per altri dieci milioni di anni. E molte cose
strane e sconvolgenti possono accadere a una specie nel corso di
dieci milioni di anni."
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