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IL DIAVOLO
HA I PIEDI PER TERRA

IL GIORNO
CHE IL MONDO SI FERMÒ

(primo giorno)

Improvvisamente tutto si fermò. Le persone restarono immobili lì dov'erano. Alcune con il piede ancora alzato, in una posizione impossibile, colte a metà di un passo. Non si muoveva niente come nei cinema quando proiettano Il testimone e lei appare nuda e Harrison Ford resta a bocca aperta perché i suoi seni hanno una curvatura tale che neanche una star di Hollywood riesce a guardarli senza sentire che Dio esiste ed è un artista.
Corso Magenta si era trasformato in un presepe inanimato di auto, autobus ed esseri umani. Solo Michele Malatesta era ancora in movimento. Andò a sbattere contro la statua di carne di un uomo robusto con cappellino da baseball giallo e un vistoso paio di occhiali rosa. Michele Malatesta lo urtò, si scusò, lo guardò in faccia, aguzzò gli occhi, scrutò intorno. Tutti gli esseri umani che vedeva erano fermi. Poi si immobilizzò anche lui. «Cazzo! Cazzo! Cazzo!» si disse. Cosa stava succedendo?
Ebbe paura. Era successo qualcosa che andava al di là di ogni ragionevole aspettativa. Come quando aveva scoperto che sua madre era Babbo Natale e suo papà Gesù Bambino. Malatesta passò in rassegna tutte le possibili spiegazioni di quel che stava accadendo. Non ci mise molto. Non c'era nessuna spiegazione possibile. Incredibile.
Marziani? Mostri unicellulari? Virus? Che cosa aveva fermato il mondo? Si era rotto in modo definitivo o era un fenomeno provvisorio? Mettiti nei suoi panni. Il mondo si ferma e a te sembra di impazzire. Aveva il cuore che gli batteva come se un batterista anfetaminico ne avesse preso il controllo.
Forse da un momento all'altro avrebbe visto arrivare enormi camion extraumani dai quali sarebbero scesi esseri luminosi che avrebbero iniziato a caricarsi sulle spalle tutti i milanesi allo scopo di sgombrare la città per subaffittarla ai popoli scarafaggioidi della cintura di Orione.

Sentiva nello stomaco un branco di gatti al galoppo. Vide un poliziotto immobile, gli si avvicinò e decise che sarebbe stato più al sicuro con una pistola. Toccò l'agente temendo una reazione. Niente. Non respirava neanche. Malatesta afferrò rapidamente l'arma estraendola dalla fondina. Ancora nulla. Prese una decisione avventata.
Sparò in aria. Era in preda a un'esaltazione selvaggia
.

Lo spirito anarchico di quando aveva vent'anni aveva preso il sopravvento. Forse avrebbe ucciso un re e qualche presidente. Urlò: «Questa occasione non me la lascio certo scappare!» e corse via urlando e buttando a terra tutti quelli che incontrava. Era fuori di testa. Una reazione comprensibile.

Segue


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