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Prologo

22 cose
che la sinistra doveva fare
e non ha ancora fatto

1) Ripartire dalla gente
2) Sviluppare la cultura alternativa

Il nuovo simbolo del PDS?
Due querce, quattro pini,
un vecchietto che gioca a carte. E in un seme del sei di picche,
la falce e il martello.
(Paolo Migone)

Ripartire dalla gente.
Facile dirlo ma cosa vuol dire?
Oggi la sinistra è un movimento d'opinione. La gente è d'accordo, vota, al massimo va ai cortei. Si tratta di attività che non incidono direttamente sulla qualità della vita.
Ma non è sempre stato così.
Se oggi girate l'Italia trovate centinaia di Case del Popolo. A Casa del Diavolo, paesino vicino ad Alcatraz che non trovate nelle carte geografiche per rispetto alla Chiesa Cattolica (giuro), ce ne sono addirittura due, a causa della scissione del PCI. Ma non servono quasi a niente. Qualche anziano ci va a giocare a carte, ogni tanto c'è una riunione con i soliti pochi superstiti "della politica". I giovani non ci vanno se non una settimana all'anno, quando c'è la festa dell'Unità o di Liberazione e si balla.
Da decenni ormai non si svolge nessuna iniziativa che abbia a che vedere con la vita del paese, a parte l'aver costruito una pista per pattinare. Azione meritoria ma di certo non antagonista con il sistema di valori padronale.
Ma non è sempre stato così.
Agli inizi del secolo scorso la situazione era ben diversa. Questa era una delle zone più povere d'Italia. I contadini lavoravano come schiavi nei latifondi e poi dovevano comprare i prodotti dallo spaccio del padrone a prezzi di rapina. Il padrone fungeva anche da usuraio e la sua abilità era di non dare mai soldi ai contadini e tenerli in uno stato di indebitamento perenne.
Poi nacque un'idea che per i tempi era qualche cosa di incredibile. I contadini delle Leghe Bracciantili decisero di creare negozi dove acquistare i prodotti essenziali a prezzi ragionevoli. In un colpo costruirono una rete di punti vendita e un sistema di consociazione della spesa che aumentava moltissimo il loro potere d'acquisto. Il successo fu tale che furono istituite anche le casse di Mutuo Soccorso che erano qualche cosa a metà tra un'assicurazione, un fondo di solidarietà e una banca. Poi iniziarono a nascere le sezioni del partito socialista, dove i contadini imparavano a leggere e scrivere così da poter votare, visto che la legge non lo consentiva agli analfabeti.
Il movimento crebbe talmente e creò un tale benessere che in alcune zone si formarono cooperative di lavoro, tra contadini e artigiani e Case del Popolo dove la gente si trovava per stare assieme, festeggiare, studiare e organizzare forme di cooperazione quotidiana.
Poi, a partire dal 1960 tutto questo progetto politico, sociale e culturale fu abbandonato quasi ovunque. Nelle case del popolo si iniziò a giocare a biliardino e a tombola, alle feste si chiamavano i divi della televisione democristiana, l'insegnamento fu delegato alla scuola, le Coop diventarono una rete di supermercati, certamente molto più onesti degli altri ma senza quella capacità innovativa dimostrata agli inizi, l'Unipol diventò un'assicurazione per molti versi simile alle altre, le banche e le mutue cooperative sparirono quasi del tutto. In una parola fu smantellato il tessuto di economia e cultura alternativa che aveva creato la forza, la fiducia e la determinazione del movimento operaio e contadino e la sinistra scelse di diventare un movimento di opinione.
L'unico fronte di lotta concreta che venne mantenuto fu quello delle rivendicazioni salariali dei lavoratori dipendenti. Si passò così dal tentativo di fare a meno dei padroni, e costruire un'economia cooperativa indipendente, al tentativo di contrattare condizioni di vita decenti all'interno del sistema speculativo padronale. Gli effetti di questa scelta sono sotto gli occhi di tutti.

3) Sviluppare l'economia della cooperazione e della solidarietà come alternativa concreta al capitalismo della speculazione

I politici hanno una loro etica.
Tutta loro. Ed è una tacca più sotto
di quella di un maniaco sessuale.
(Woody Allen)

A partire dagli anni '80 in tutto il mondo è ripartita una spinta poderosa verso la costruzione di un'economia indipendente e cooperativa che diventasse alternativa concreta al sistema capitalista speculativo.
Sono nate esperienze straordinarie.
Le banche del microcredito esistono in quasi tutti i paesi del mondo e prestano denaro a più di 20 milioni di persone, per lo più donne. Si sono sviluppate le cooperative di contadini poveri e dei senza terra, il movimento dei microorti nelle favelas del Sud America, le banche del tempo, i gruppi di acquisto, il commercio equo e solidale, l'imprenditoria etica, il volontariato, i fondi etici di risparmio, le assicurazioni etiche, gli ecovillaggi e i centri culturali e sociali che lavorano sulla crescita intellettuale, emotiva, fisica e artistica, organizzando migliaia di corsi. Sono nati gruppi di artisti, i giornali, i luoghi di incontro, e poi migliaia di siti internet.
Tutte queste esperienze sono ormai una realtà che ha anni di storia e che costituisce un'incredibile rete economica, culturale e sociale.
Una realtà che è cresciuta senza che i politici della sinistra la riconoscessero e la sostenessero. Anche i giornali progressisiti si sono ben guardati dal raccontare che cosa stava succedendo.
Se qualcuno vuole veramente rifondare un movimento politico alternativo non può non partire dallo sviluppo della cultura della liberazione e dell'economia cooperativa, etica e solidale.
Per approfondire questo punto vedi pagine 82 e 105.

 

4) Utilizzare nuove forme di lotta.
Voti ogni volta che fai la spesa

Cos'è la globalizzazione?
Gli albanesi sbarcano in Puglia
e a Milano sono esasperati.
(Ellekappa)

Per un secolo e mezzo la forza del movimento progressista è stata quella delle masse operaie concentrate nelle città industriali.
Lo sviluppo tecnologico ha ridotto enormemente il numero degli operai e quelli che sono rimasti lavorano in piccole aziende sparse sul territorio. Oggi non esiste grande differenza salariale tra un metalmeccanico, un impiegato di un call center, una commessa e un lavoratore della new economy ma questa proletarizzazione dei ceti medi non si è tradotta in compattezza sindacale di tutti i lavoratori. Le figure sociali dei dipendenti si sono diversificate enormemente e questo ha portato a una grande difficoltà nell'organizzare e unire le rivendicazioni.
Ma d'altra parte è nato un grande movimento sindacale che riunisce tutti i cittadini in quanto consumatori e questo movimento è oggi la più grave minaccia per le multinazionali. Sempre più, infatti, i consumatori non si limitano a combattere le frodi ai loro danni ma vogliono intervenire sulla qualità "totale" del prodotto. Si è calcolato che nel 2001 il 47% degli americani e il 27% degli italiani hanno rinunciato a comprare almeno un prodotto perché non gradivano le scelte etiche dell'azienda che lo proponeva.
Molte multinazionali hanno sperimentato amaramente che è sufficiente che il 4-5% dei consumatori rifiuti i loro prodotti per scatenare il panico tra gli investitori e causare un crollo in borsa. Questo movimento si sviluppò notevolmente all'inizio degli anni ottanta con gli scioperi degli acquisti degli spinaci in California, in sostegno dei braccianti agricoli messicani. Oggi esiste un inizio di coordinamento tra le migliaia di comitati di boicottaggio sparsi in tutto il mondo.
Alla fine del 2001 è bastato che un gruppo di risparmiatori, cappeggiati da un'associazione di pensionati inglesi, minacciasse di ritirare i propri risparmi dai fondi di investimento che contenevano azioni della Glaxo perché questa casa farmaceutica accettasse di vendere a prezzo di costo le medicine salvavita in Africa.
La sinistra ha sempre snobbato questa forma di lotta. Non occupandosi neppure di dare notizia sui suoi giornali delle vittorie ottenute da questo movimento.
Va invece compreso che si tratta della più grande leva di cambiamento che abbiamo nelle mani. Nessuna azienda potrebbe più fregarsene di come produce e di cosa produce se sapesse che anche solo il 10% della popolazione compra seguendo criteri di eticità dei prodotti.
È perciò necessario far crescere il numero dei consumatori informati e appoggiare lo sviluppo di enti indipendenti di certificazione etica e di qualità.
Da questo punto di vista internet ha aperto prospettive enormi. Milioni di persone ormai comprano sulla base delle recensioni fornite da altri consumatori.
Siti come www.ciao.com sono dei sistemi di referenza sulla qualità, autogestiti direttamente dai consumatori. Non ci vorrà molto per avere un sistema di referenze che oltre alla qualità del prodotto segnali il suo percorso etico ed ecologico.
Per approfondire questo punto vedi pagine 85, 87, 105.

 

5) Opporsi alla corruzione
attraverso il controllo popolare

Gava contro la mafia
è in pratica
il primo esempio politico
di cura omeopatica.
(Stefano Benni)

In alcune città del Brasile i comitati di quartiere controllano i bilanci dei comuni e verificano direttamente la qualità dei lavori pubblici e i loro costi. È un'esperienza concreta e vincente che si sta diffondendo.
Timidamente anche da noi nascono iniziative in questo senso. L'idea è che la cittadinanza non solo debba essere consultata sui progetti ma che costituisca un comitato indipendente di controllo con pieni poteri di ispezione. La lotta alla corruzione attraverso l'azione dei giudici è certamente importante ma la corruzione si vince solamente se i cittadini si fanno carico direttamente del controllo del territorio (abusi edilizi e ambientali) e dell'amministrazione pubblica.
Qualunque impegno contro la corruzione che non si traduca in controllo alternativo e diretto dei cittadini sulle amministrazioni è destinato solo a scalfirla.

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