Puoi acquistare tutti i libri di Jacopo qui

Torna all'indice dei libri

DVD La Vera storia del mondo

DVD Corso di Yoga Demenziale

Iscriviti a Cacao buone notizie

Il blog di Jacopo Fo

I video di Jacopo

Gli articoli di Jacopo per il Cacao della domenica

Gruppo d'acquisto di pannelli fotovoltaici

Gruppo d'acquisto energia rinnovabile

Altri gruppi d'acquisto ecologici

Libera Università di Alcatraz

I corsi sulle ecotecnologie organizzati da Alcatraz

Consultazione rapida dei nostri siti

www.sessosublime.it
www.clinicaverde.it
www.commercioetico.it
www.energiaarcobaleno.it
www.amoreamore.it
www.cacaonline.it
www.alcatraz.it
www.networketico.com
www.francarame.it
www.dariofo.it
www.mariopirovano.it
www.eleonoraalbanese.it
www.atlantide.tv
www.comicoterapia.it
www.jacopofo.com
www.mercidolci.it
www.stradaalternativa.com

TI AMO, MA IL TUO BRACCIO DESTRO MI FA SCHIFO, TAGLIATELO!

di Jacopo Fo

10,33 €
edizioni Mondadori


Questo è il testo dello spettacolo che ha debuttato a Milano nel febbraio 1999.

Salute!
Questo monologo si intitola: "Ti amo, ma il tuo braccio destro mi fa schifo, tagliatelo!" e ci si riferisce alla situazione delle storie di coppia...

All'inizio tutto di lei ti piace in modo enorme: com'è dentro, come si muove, come parla. E poi, un giorno ti alzi alla mattina e dici: «Ti amo, però... ti vorrei con un vestito diverso... però... preferirei che tu avessi le tette più grosse... però... potresti essere un po' meno troia... e, insomma, inizia una fase in cui tu ami questa persona ma la vuoi cambiare. Per cui non ami questa persona ma quello che potrebbe diventare e voi sapete che non c'è un modo più semplice per fare incazzare un essere umano che chiedergli di cambiare.

È un comportamento stupido, e questo spettacolo si occupa proprio della stupidità. Io ne parlo perché, modestamente, sono una cima nel settore. Ho fatto cose che sono passate alla storia:
C A V O L A T E R G A L A T T I C H E
!
La mia idiozia iniziò quand'ero ragazzo. Tutte le estati andavamo al mare a Cesenatico. Voi mi vedete adesso che sono una mezza sega, ma quand'ero ragazzino facevo proprio impressione. Mi salvavo in città perché portavo interi strati di magliette, maglioni, giacche a vento. Ma quando arrivavo al mare a Cesenatico mi toglievo tutto, restavo in slippini e le mie possibilità con le ragazze precipitavano verticalmente.
Ero disperato. Ogni anno dicevo a mia mamma: «Andiamo una volta in montagna d'estate ...» Niente da fare!
QUARANTAQUATTRO ANNI SEMPRE A CESENATICO.

Non c'è stato verso di spostare i miei genitori in nessun modo. Io mi chiedevo il perché di questa situazione e poi l'ho scoperto. Cesenatico è in provincia di Forlì e lì tutte le automobili sono targate "FO" e noi ci sentivamo in famiglia, ben accolti...
Avevo sedici anni ed ero appunto a Cesenatico.

Mi ero innamorato di una ragazza bellissima che si chiama Barbara. Una sera la incontro sul corso con un gruppo di amici: sta andando in pizzeria. Io non ho il coraggio di unirmi a loro, poi ci ripenso e ci vado anch'io. Entrando ho un'attacco della sindrome del maschio che entra in pizzeria per rimorchiare: cerco di darmi un contegno, di fare qualcosa che mi dia un tono.
E allora tiro fuori una moneta dalla tasca e la faccio piroettare con un colpo del pollice per riprenderla poi al volo, come fanno nei film. Ma sbaglio il colpo e la moneta carambola sulla pizza di un tedesco enorme che sta mangiando con altri tre tedeschi cattivissimi (al confronto del più piccolo Schwarzeneggher sembrava un nano denutrito dell'Uganda) che si sono incazzati come delle belve. Cerco di sedare i tedeschi e poi, sconvolto dalla vergogna per la figuraccia, vado a chiudermi in bagno.
Quando mi sono reso conto che se ci fossi restato troppo chissà la ragazza cosa avrebbe pensato che stessi facendo sono uscito. Mi avvicino a loro deciso a sedermi ma non c'è una sedia.

Mi giro e a un passo da me vedo un tavolo con ben quattro sedie. Io faccio una cosa semplicissima: prendo una sedia e, ancora oggi non so come sia potuto succedere, tirando questa sedia le altre tre si aprono a fiore e una va a sbattere sul piede del tedesco a cui avevo appena rovinato la pizza che si incazza come una belva perché pensa che sia una guerra etnica. Ho dovuto genuflettermi per evitare lo scontro fisico.
OVVIAMENTE CON QUESTA RAGAZZA NON HO PIÙ AVUTO POSSIBILITÀ.
Passa qualche tempo. Ho ventidue anni. Una sera ero triste, incazzato e depresso. Vado al cinema per tirarmi un po' su. Il film è orrendo, però c'è una scena, che dura cinque secondi, nella quale appare una ragazza meravigliosa che guarda il pubblico, se ne va e non si vede più. E io me ne innamoro pazzamente. E la cosa più incredibile è che dopo una settimana la incontro. Si innesca una storia romantica meravigliosa e decidiamo di partire insieme in una specie di luna di miele per il Portogallo. Erano gli anni '70 e, qualcuno si ricorderà, andava di moda la coppia aperta. Funziona che tu stai con lei, lei sta con un altro, anche tu stai con un'altra, teoricamente.

Eravamo all'aeroporto di Milano ad aspettare di imbarcarci sul volo e anche lì questo vizio di voler darsi un tono... la guardo, mi viene in mente di dirle qualcosa di moderno:
«Comunque, non preoccuparti in questa vacanza: perché, sai, io sono per la coppia aperta.»
Tempo ventisette ore si era messa con un brasiliano bellissimo, una cascata di capelli, uno e novanta d'altezza, labbra sensuali e facevano l'amore rumorosamente nella camera vicino alla mia, in questa comune di Lisbona che ci ospitava.

A me per la disperazione, scoppia un ascesso fulminante su questo incisivo qua. Che praticamente mano a mano che loro si avvicinavano all'orgasmo la faccia mi si gonfiava: tump, tump, tump. Una cosa impressionante.
Il giorno dopo dovetti rientrare in Italia d'urgenza, irriconoscibile. Mi ricoverarono in ospedale e mentre mi facevano queste iniezioni di antibiotici da cavallo per tenermi in vita io ebbi una visione: che in quel momento all'aeroporto quando io le avevo detto: «Non preoccuparti, sono per la coppia aperta...» in quel momento, il tempo si era fermato, il cielo si era spalancato e da dietro le nuvole erano usciti tutti i miei antenati che in coro avevano urlato:
«P I R L A ! ! ! ! !»
Poi ho avuto anche storie un pochino più solide ma quello che mi eccitava sessualmente era lo sperimentalismo. Avevo letto su un romanzo di una ragazza meravigliosa che si rovescia addosso una bottiglia di champagne e poi inizia a fare delle cose erotiche avanzate. Volevo farlo anch'io, con la mia ragazza, ma in casa avevamo soltanto un po' di grappa.

NON FATELO MAI CON LA GRAPPA!
È una cosa agghiacciante. Avete presente l'Uomo Ragno quando lo buttano nell'acido solforico? Io uguale! Mi ustionai tutte le parti intime. Urlai tanto che da Marte mandarono una lettera di protesta.

Ma ero testardo su questo discorso dello sperimentalismo e non demordetti, o non demorsi... non so mai come si dica...
Mi piaceva soprattutto questo discorso del "io mangio te e tu mangi me" e un giorno, approfittando che i genitori di lei erano partiti per il week end, prendo un barattolo di Nutella e mi cospargo tutto il corpo. Poi le passo il barattolo... rientrano i suoi genitori!!! Dovetti riinfilarmi i vestiti senza potermi togliere la Nutella, che è una cosa anche tecnicamente difficile perché non c'è la scivolosità, ti si appiccica tutto addosso.
Insomma, una cosa complessa. Fu allora che iniziai a chiedermi se forse non ero un po' pirla. A questo punto volevo sapere se ero un caso isolato o se eravamo un movimento di massa e iniziai a interessarmi alla stupidità come problema.

Segue


Homepage JacopoFo.it Libera Università di Alcatraz vai in testa alla pagina